Il mercato cinese fa gola in Occidente. Tutti vogliono fare affari con Pechino. In nome di questi interessi economici ora forse la causa tibetana non fa più notizia come qualche anno fa. Cosa ne pensate?
Lo scorso inverno rimasi sorpreso dalla scarsa rilevanza che fu data dai media alla composta protesta messa in atto da una delegazione di monaci tibetani nella Torino olimpica. Chiedevano che fosse revocata l'assegnazione a Pechino delle Olimpiadi del 2008. La loro era una rivendicazione del tutto sensata: come si può premiare con un evento dal così alto valore simbolico un Paese che non rispetta i più elementari diritti umani, che sopprime la libertà di stampa e di espressione (è notizia di questi giorni che Microsoft starebbe meditando l'abbandono della Cina), che tenta di asservire la religione allo stato (con la neonata chiesa cattolica "parallela") e che si sta trasformando nella più temibile bomba ecologica mondiale? E non dimentichiamoci che stiamo parlando di un regime autoritario! De Cubertin si rivolterebbe nella tomba, forse rimproverando a se stesso di non aver previsto un regolamento più stringente in merito. Ma tant'è. Alla fine ha vinto il mercato. E l'entrata della Cina nel WTO sembra ne abbia segnato anche lo sdoganamento morale. Nel 2008, stiamone certi, un diluvio di prodotti di consumo invaderà Pechino e le grandi città cinesi, un nuovo grande mercato da aggredire per risollevare le asfittiche economie occidentali. Ne guadagneranno tutti, Italia compresa. E intanto lassù, tra le montagne solitarie del Tibet, i monaci arancioni continueranno a pregare per la propria libertà.
Questo video è tremendo. E' tremendo perché è vero. E' tremendo perché è ingiusto. E' tremendo perché è vigliacco. Cecchini cinesi appostati sulle cime innevate tra Tibet e Nepal abbattono cittadini tibetani che, dopo l'invasione dalla Cina, cercano riparo nel vicino Nepal. Perché? Cosa ci guadagna la Cina a "riappropriarsi" del Tibet? Spero qualcuno sappia darmi una risposta...
Il problema dei rapporti politico-economici fra le nazioni democratiche dell'Occidente e i Paesi dittatoriali riguarda, a mio avviso, la Cina, ma anche i Paesi arabi moderati. Questi ultimi sostengono non ufficialmente i gruppi terroristici islamici, ma tutto questo viene accettato perchè questi Paesi hanno il petrolio. Per quanto riguarda la Cina, invece, si chiude un occhio perchè è la nazione più popolosa e con la più alta crescita economica...A mio avviso le democrazie dovrebbero ritirare gli ambasciatori da questi Paesi e sospendere ogni relazione politica, economica e culturale. So che è un discorso utopistico ed irrealistico perchè l'etica della politica e l'etica dell'economia divergeranno sempre.
La storia parla chiaro. E l’economia forse ancor di più: gli interessi delle minoranze si sono piegati e si piegheranno sempre agli interessi dei “Grandi della Terra”. Dalle conquiste dell’antica Roma alla corsa per accaparrarsi lembi di terra al di là dell’Oceano nell’era della colonizzazione, dalle lotte europee prima del Congresso di Vienna alla Guerra Fredda. Questo era ieri. Oggi le cose non sono cambiate più di tanto. Certo, sono cambiati e cambieranno sempre gli attori, i protagonisti di questa lotta economica, ma le logiche del mercato con quelle dell’etica e della morale probabilmente non ci azzeccheranno mai nulla. Pessimismo? Forse. Ma mi pare che nessuno dei grandi protagonisti dell’economia mondiale abbia posto un freno all’avanzata cinese. Ciclicità della storia? Può essere. E non mi sembra che qualcuno abbia intenzione di imparare dagli errori passati. E tanto meno di prendersi a cuore la questione tibetana rinunciando a un mercato e ad investimenti miliardari.
Il problema è sempre lo stesso, sono passati milioni di anni ma ancora vige la legge della giungla o forse, come dicono alcuni, la legge della selezione naturale...se un popolo soccombe vuol dire che non merita di esistere, solo le specie più forti vanno avanti mentre le altre sono desinate all'estinzione...è una legge di natura e non riguarda solo il Tibet o i paesi arabi, basta guardare in casa nostra per vedere che dei deboli non interessa più nulla a nessuno
Tibet: una nazione schiacciata e per lo più in silenzio nonostante le sciarpe bianche al collo di tanti vip nostrani e di Holliwood. La Cina è un grande partner commerciale, ma è anche uno dei Paesi che censura internet con la complicità dei motori di ricerca, che inibiscono la possibilità di fare ricerche usando le parole sgradite a Pechino. Un esempio? "Democrazia" ! Con buona pace di chi vede nel web la nuova frintiera dell'informazione corsara.
Non cambiate piu' per favore il modello, ovvero il template grafico, di questo blog generale.
Ognuno ovviamente e' invece libero di sbizzarrirsi sul proprio blog.
7 Comments:
Lo scorso inverno rimasi sorpreso dalla scarsa rilevanza che fu data dai media alla composta protesta messa in atto da una delegazione di monaci tibetani nella Torino olimpica. Chiedevano che fosse revocata l'assegnazione a Pechino delle Olimpiadi del 2008. La loro era una rivendicazione del tutto sensata: come si può premiare con un evento dal così alto valore simbolico un Paese che non rispetta i più elementari diritti umani, che sopprime la libertà di stampa e di espressione (è notizia di questi giorni che Microsoft starebbe meditando l'abbandono della Cina), che tenta di asservire la religione allo stato (con la neonata chiesa cattolica "parallela") e che si sta trasformando nella più temibile bomba ecologica mondiale? E non dimentichiamoci che stiamo parlando di un regime autoritario! De Cubertin si rivolterebbe nella tomba, forse rimproverando a se stesso di non aver previsto un regolamento più stringente in merito.
Ma tant'è. Alla fine ha vinto il mercato. E l'entrata della Cina nel WTO sembra ne abbia segnato anche lo sdoganamento morale.
Nel 2008, stiamone certi, un diluvio di prodotti di consumo invaderà Pechino e le grandi città cinesi, un nuovo grande mercato da aggredire per risollevare le asfittiche economie occidentali. Ne guadagneranno tutti, Italia compresa.
E intanto lassù, tra le montagne solitarie del Tibet, i monaci arancioni continueranno a pregare per la propria libertà.
Questo video è tremendo. E' tremendo perché è vero. E' tremendo perché è ingiusto. E' tremendo perché è vigliacco.
Cecchini cinesi appostati sulle cime innevate tra Tibet e Nepal abbattono cittadini tibetani che, dopo l'invasione dalla Cina, cercano riparo nel vicino Nepal.
Perché? Cosa ci guadagna la Cina a "riappropriarsi" del Tibet?
Spero qualcuno sappia darmi una risposta...
Il problema dei rapporti politico-economici fra le nazioni democratiche dell'Occidente e i Paesi dittatoriali riguarda, a mio avviso, la Cina, ma anche i Paesi arabi moderati. Questi ultimi sostengono non ufficialmente i gruppi terroristici islamici, ma tutto questo viene accettato perchè questi Paesi hanno il petrolio. Per quanto riguarda la Cina, invece, si chiude un occhio perchè è la nazione più popolosa e con la più alta crescita economica...A mio avviso le democrazie dovrebbero ritirare gli ambasciatori da questi Paesi e sospendere ogni relazione politica, economica e culturale. So che è un discorso utopistico ed irrealistico perchè l'etica della politica e l'etica dell'economia divergeranno sempre.
La storia parla chiaro. E l’economia forse ancor di più: gli interessi delle minoranze si sono piegati e si piegheranno sempre agli interessi dei “Grandi della Terra”. Dalle conquiste dell’antica Roma alla corsa per accaparrarsi lembi di terra al di là dell’Oceano nell’era della colonizzazione, dalle lotte europee prima del Congresso di Vienna alla Guerra Fredda. Questo era ieri. Oggi le cose non sono cambiate più di tanto. Certo, sono cambiati e cambieranno sempre gli attori, i protagonisti di questa lotta economica, ma le logiche del mercato con quelle dell’etica e della morale probabilmente non ci azzeccheranno mai nulla. Pessimismo? Forse. Ma mi pare che nessuno dei grandi protagonisti dell’economia mondiale abbia posto un freno all’avanzata cinese. Ciclicità della storia? Può essere. E non mi sembra che qualcuno abbia intenzione di imparare dagli errori passati. E tanto meno di prendersi a cuore la questione tibetana rinunciando a un mercato e ad investimenti miliardari.
Ragazzi, è chiaro! Il tibet e il buddismo ormai sono out, non vanno più di moda!! Perché se ne dovrebbe parlare!?!
Il problema è sempre lo stesso, sono passati milioni di anni ma ancora vige la legge della giungla o forse, come dicono alcuni, la legge della selezione naturale...se un popolo soccombe vuol dire che non merita di esistere, solo le specie più forti vanno avanti mentre le altre sono desinate all'estinzione...è una legge di natura e non riguarda solo il Tibet o i paesi arabi, basta guardare in casa nostra per vedere che dei deboli non interessa più nulla a nessuno
Tibet: una nazione schiacciata e per lo più in silenzio nonostante le sciarpe bianche al collo di tanti vip nostrani e di Holliwood. La Cina è un grande partner commerciale, ma è anche uno dei Paesi che censura internet con la complicità dei motori di ricerca, che inibiscono la possibilità di fare ricerche usando le parole sgradite a Pechino. Un esempio? "Democrazia" ! Con buona pace di chi vede nel web la nuova frintiera dell'informazione corsara.
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